I Criteri Minimi Ambientali: Verso un Approccio Sostenibile negli Appalti Pubblici

Il progresso verso una maggiore sostenibilità nelle pratiche di acquisto del settore pubblico in Italia ha visto un’accelerazione significativa grazie all’adozione e all’aggiornamento dei Criteri Minimi Ambientali (CAM). Questi criteri rappresentano una strategia fondamentale per ridurre l’impatto ambientale delle attività pubbliche, orientando le amministrazioni verso scelte più consapevoli e rispettose dell’ambiente.

Il Decreto Ministeriale dell’11 ottobre 2017 ha segnato una pietra miliare nell’implementazione dei CAM, introducendo specifiche direttive che tutte le amministrazioni pubbliche devono seguire nell’acquisizione di beni e servizi.

L’obiettivo è duplice: minimizzare l’impatto ambientale durante il ciclo di vita dei prodotti e promuovere l’innovazione ecologica tra le imprese fornitrici.

Questi criteri si applicano a diverse categorie di prodotti e servizi, tra cui edilizia, mobili, apparecchiature informatiche, e gestione dei rifiuti, per citarne alcuni. Ad esempio, per l’edilizia, i CAM prescrivono l’utilizzo di materiali riciclati e tecniche costruttive che riducono il consumo energetico e le emissioni di CO2.

Il DM 23 giugno 2022 n. 256 ha ulteriormente rafforzato questa direzione, aggiornando e ampliando i CAM per includere nuove categorie di prodotti e servizi, nonché per raffinare le specifiche tecniche in risposta alle innovazioni tecnologiche e alle nuove sfide ambientali. Questo decreto mira a rendere l’acquisto pubblico uno strumento ancora più efficace per la promozione di un’economia circolare, riducendo gli sprechi e incentivando l’uso di risorse rinnovabili.

La normativa sui CAM non solo stabilisce requisiti ambientali, ma promuove anche l’efficienza economica attraverso la riduzione dei costi operativi a lungo termine, ad esempio, tramite l’acquisto di apparecchiature ad alta efficienza energetica che riducono le bollette dell’elettricità.

La sfida principale nell’implementazione dei CAM risiede nella formazione e nell’aggiornamento costante delle competenze degli operatori pubblici, che devono essere in grado di comprendere e applicare efficacemente questi criteri.

Inoltre, è fondamentale un continuo dialogo tra le amministrazioni pubbliche e i fornitori per assicurare che le specifiche dei CAM siano realistiche e realizzabili.

Il PAN GPP fornisce un quadro generale sul Green Public Procurement, definisce degli obiettivi nazionali, identifica le categorie di beni, servizi e lavori di intervento prioritarie per gli impatti ambientali e i volumi di spesa sulle quali definire i ‘Criteri Ambientali Minimi’

Detta inoltre specifiche prescrizioni per gli enti pubblici, che sono chiamati a: effettuare un’analisi dei propri fabbisogni con l’obiettivo di razionalizzare i consumi e favorire il decoupling (la dissociazione tra sviluppo economico e degrado ambientale) identificare le funzioni competenti per l’attuazione del GPP coinvolte nel processo d’acquisto redigere uno specifico programma interno per implementare le azioni in ambito GPP.

Il PAN GPP prevede infine un monitoraggio annuale per verificarne l’applicazione, con relativa analisi dei benefici ambientali ottenuti e delle azioni di formazione e divulgazione da svolgere sul territorio nazionale.

In conclusione, i Criteri Minimi Ambientali rappresentano uno strumento essenziale per guidare il settore pubblico verso pratiche più sostenibili. L’aggiornamento costante dei CMA e il loro rigoroso rispetto possono significativamente influenzare il mercato in direzione di una maggiore sostenibilità ambientale, creando un circolo virtuoso che coinvolge produttori, fornitori e consumatori in una catena di valore più rispettosa dell’ambiente.

Questo approccio non solo aiuta l’Italia a rispettare gli impegni internazionali in materia di ambiente, ma stabilisce anche un modello che altri paesi possono seguire.